Inquinamento indoor: i nemici di casa

COSTRUIRE UNA CASA SALUBRE È POSSIBILE?

Sara e Matteo, giovani e a un passo dall’altare, s’imbattono nella ricerca della casa perfetta, il nido d’amore che li accoglierà ogni giorno per il resto della loro vita, o semplicemente per il resto della loro storia. Nella speranza sia per sempre, i due giovani, stremati dalla ricerca, scovano finalmente la dimora dei loro sogni, grande il giusto ma non ancora portata a termine, un mezzo cantiere per intenderci. Sara e Matteo sono convinti della loro decisione, al via la scelta del mutuo, si rogita e si parte con i lavori! L’emozione è incontenibile, tante le idee e infinita l’ispirazione. Sara e Matteo vengono d’improvviso risucchiati da un vortice di decisioni da prendere, scelte da fare sia sul lato pratico e funzionale della casa ma anche su quello estetico e di design. Nessuno dei due in quel momento ha idea di cosa sia l’inquinamento indoor, o meglio nessuno dei due ha tempo per concentrarsi sulle cause dell’inquinamento indoor. Un tacito patto con l’impresa edile implica che Sara e Matteo andranno a vivere in una casa 100% salubre. E tutti noi lo speriamo!

COSE VECCHIE O COSE NUOVE?

Come tutti sappiamo, un oggetto nuovo ha delle particolarità che lo rendono tale, prima fra tutte, l’odore di nuovo, di qualcosa che esce dalla fabbrica o dalla sua confezione per ritrovarsi direttamente tra le nostre mani. Quel tipo di odore è prettamente fisiologico per l’essere umano, c’è chi lo avverte, chi lo sente appena e chi ne è disturbato. Difficilmente questa caratteristica porta con sé elementi di tossicità a meno che non si tratti di un manufatto non prodotto secondo le normative Europee ma non è indubbio che il nostro nuovo oggetto rilasci dei COV O VOC (composti organici volatili) tra cui Benzene, Metano, Isoprene, formaldeide ma anche oli essenziali. Ed ecco che portando in casa il nostro oggetto nuovo e scintillante contribuiamo a peggiorare un po’ la qualità dell’aria di casa nostra, aumentando quindi l’inquinamento indoor. Dovremmo a questo punto smettere di comprare nuovi oggetti e tornare al baratto? Assolutamente no. Sono necessarie delle piccole accortezze, il ricambio giornaliero dell’aria è uno di questi. Secondo questo discorso Sara e Matteo, per ovviare a gran parte dell’inquinamento indoor tipico di una casa nuova, farebbero meglio a orientarsi su un’abitazione datata? Una di quelle che ha già rilasciato abbondamene, nel corso degli anni, nell’aria tutti i VOC appartenenti alle finiture, all’impianto elettrico o di riscaldamento e alle vernici varie? Non è possibile rispondere a queste domande con certezza. Ma ciò che ci auguriamo per Sara e Matteo è che prendano decisioni sagge, orientandosi su marchi che garantiscono la totale salubrità dei loro prodotti.

LA CERTIFICAZIONE VOC CONTRO L’INQUINAMENTO INDOOR

Già nel lontano 2004, il DM del 16 Gennaio acquistato dalla direttiva Direttiva 1999/13/CE poneva dei limiti all’emissione dei VOC sui manufatti prodotti in comunità europea. La Certificazione Voc in Italia non è ancora obbligatoria, ecco perché ancora pochi marchi possono vantarne il suo possesso, ma è bene fare delle ricerche ed affidarsi a chi da anni certifica i propri prodotti in base alle classi di merito stabilite dall’attestato in questione, A+ la migliore, C la peggiore, sulla base dei risultati ottenuti e secondo i criteri già utilizzati per elettrodomestici o veicoli.

Un prodotto attestato da Certificazione VOC non rilascia nell’ambiente nessun gas volatile dannoso alla salute, e non contribuisce all’aumento dell’inquinamento indoor. Le finestre ricoprono uno dei ruoli principali nella struttura della casa insieme ai muri, che siano grandi o piccole le finestre si compongono di diversi materiali tra cui legno, Pvc, o alluminio. Oltre alla struttura le finestre si caratterizzano per i particolari rivestimenti ottenuti dalle vernici e la ferramenta. Ogni piccolo componente di una finestra Spi ha conseguito l’etichetta A+ della certificazione VOC ed è quindi sicuro al 100% per la casa, la salute e l’ambiente.

INQUINAMENTO INDOOR, UNA SFIDA CONTINUA

Non è sempre facile mantenere alta la qualità dell’aria di casa, c’è chi fuma, chi frigge chi utilizza svariati solventi per la pulizia. Aprire le finestre per areare è spesso causa di introduzione di ulteriori fumi e quindi di incremento dell’inquinamento indoor già esistente. Il ricambio dell’aria è comunque indispensabile, meglio se effettuato lontano dalle ore di punta, nei momenti in cui il traffico di auto è minore oppure nelle ore serali. È sempre bene utilizzare prodotti per la pulizia che siano vegetali o alternare i classici detersivi con un po’ di aceto e bicarbonato. Per quanto riguarda l’arredamento non è semplice fare delle scelte che si rivelino 100% salubri, ma è sempre meglio puntare su mobili in legno evitando i miscugli di colle e formaldeide. L’inquinamento indoor ha un caro prezzo purtroppo, acquistare pezzi di design o oggetti per la casa che siano 100% salubri può spesso avere un costo, ma allo stesso tempo è bene non sottovalutare rischi futuri e spese ulteriori per la salute.

Secondo gli studi del The Global Burden of Disease l’inquinamento indoor è una delle prime cause di morte prematura nel mondo. Circa 1,6 milioni di decessi nel 2017 sono da attribuire all’inquinamento indoor. Fortunatamente sono stati riscontrati progressi nella diminuzione delle morti per cattiva qualità dell’aria interna. Dai 2,7 milioni di morti degli anni 90 si è scesi a circa la metà. Le nazioni più povere detengono, però, sfortunatamente il record, il 6% della popolazione muore tutt’oggi per cause collegate all’inquinamento indoor a causa della sindrome da edificio malato.

Nella speranza che questi dati continuino a calare possiamo solo sperare che tutte le aziende del pianeta si adoperino per una produzione più salubre dei loro manufatti, affidandosi alla competenza degli enti certificatori, adottando misure contro l’utilizzo di materiali tossici. Nel frattempo, possiamo soltanto adottare delle accortezze e puntare a prodotti sicuri.

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